I mesi scorsi una collega mi propose di aiutarla a far partire un progetto insolito per una scuola professionale, la realizzazione di un murales nell’aula polivalente dell’istituto “Leonardo da Vinci” di Mantova, con la collaborazione del fumettista e scrittore milanese Gabriele Di Benedetto conosciuto nell’ambiente con lo pseudonimo Akab e la partecipazione di un gruppo di alunni.
La mia prima reazione fu di stupore, misto ad un certo scetticismo, per una cosa che era molto lontana dall’idea che ho di scuola professionale che forma operai e tecnici metalmeccanici.
Fissammo il periodo, iniziò la riqualificazione dell’aula con lavori edili di stuccatura e tinteggiatura, ad opera della mia classe 1BM ed in tre lezioni finimmo il lavoro, con grande impegno e notevole dispendio di energie psicofisiche di coordinamento e direzione lavori.
Tutto era pronto per l’arrivo dell’artista e un lunedì del mese di maggio Akab arrivò a Mantova.
Il primo incontro ci rivelò una persona molto disponibile, dalla battuta pronta e vicino alla mentalità dei ragazzi, capace di parlare il linguaggio dei rapper.
La prima cosa che mise in chiaro fu che lui era uno di loro, uno cioè che più che imporsi è disposto ad ascoltare.
Questa cosa ebbe un effetto dirompente, i ragazzi si sentirono protagonisti, la fantasia volò molto alta, l’argomento del murales era: come i giovani vedono il futuro.
Il primo pomeriggio si concluse con una gran confusione, ognuno voleva dare la propria idea, si percorreva una strada, poi all’improvviso si tornava ad imboccarne un’altra, io ero un attimo preoccupato ma Akab mi schiacciava l’occhio e mi tranquillizzava, il miglior brain storming che abbia mai visto.
Il compito per il giorno dopo fu di preparare disegni e schizzi da valutare insieme.
L’indomani come per magia le idee si chiarirono, dapprima a grandi linee, poi sempre più nei dettagli; la natura che rappresenta il passato e la tecnologia che rappresenta il futuro, un grande orologio rosso che indica la tredicesima ora con in mezzo l’uomo vitruviano che è anche il simbolo della scuola. Caratteristica di ogni artista è quella di permettere l’interpretazione personale, mettere simboli, suscitare dubbi che costringono a contemplare e riflettere sull’opera, specchiandosi per vedere sé stessi.
L’entusiasmo era alle stelle, iniziarono i lavori, con Akab che disegnava a matita e i suoi allievi che coloravano le pareti.
I pomeriggi trascorsero in un’atmosfera magica, dove ognuno si sentiva di fare e dire ogni cosa nel rispetto delle indicazioni del maestro e dei compagni di avventura.
Ho visto ragazzi uscire alle otto della sera da scuola, chiamare i genitori per farsi venire a prendere dopo che l’ultimo autobus era partito, ragazzi che dopo cinque ore di lezione si precipitavano giù ansiosi di proseguire il lavoro interrotto il pomeriggio precedente.
Alla fine della settimana il murales fu terminato, il risultato fu straordinario, a detta di tutti, oltre le aspettative, la partecipazione attiva dei ragazzi permise la realizzazione di un dipinto di circa 45 metri quadrati!
L’entusiasmo era alle stelle, iniziarono i lavori, con Akab che disegnava a matita e i suoi allievi che coloravano le pareti.
I pomeriggi trascorsero in un’atmosfera magica, dove ognuno si sentiva di fare e dire ogni cosa nel rispetto delle indicazioni del maestro e dei compagni di avventura.
Ho visto ragazzi uscire alle otto della sera da scuola, chiamare i genitori per farsi venire a prendere dopo che l’ultimo autobus era partito, ragazzi che dopo cinque ore di lezione si precipitavano giù ansiosi di proseguire il lavoro interrotto il pomeriggio precedente.
Alla fine della settimana il murales fu terminato, il risultato fu straordinario, a detta di tutti, oltre le aspettative, la partecipazione attiva dei ragazzi permise la realizzazione di un dipinto di circa 45 metri quadrati!
Paolo Genovesi
Insegnante I.P.S.I.A. L. da Vinci Mantova